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Pittrice autrice, ritrattista, Maestra d’Arte, diplomata in Arte Applicata Orafa, qualificata in grafica pubblicitaria e computerizzata, illustratrice, decoratrice, designer e titolare dal 2001 dello Studio Artistico Di Cristofaro

Realizza:

  • Dipinti d'Autore surrealisti, astratti e informali. 
    Tecniche: acrilico, smalto e olio.

  • Ritratti con tecniche acrilico, olio.

  • Trompe l'oeil e murales con tecnica acrilico.

  • Panorami, scorci, soggetti floreali e decori su svariati supporti come pareti, mobili, stoffa. Tecniche: acrilico, acrilico per stoffa, smalti e olio.

  • Grafiche, disegni, ritratti su cartoncino con tecniche grafite, pastello, carboncino, biro.

  • Ritratti, illustrazioni realistiche o surreali, dipinti astratti, loghi e decori con tecnica Digital art (tavola grafica)

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Hanno scritto di lei

Michele Ursini 1995

"Figure umane vivaci rappresentate in atteggiamenti che vanno dal ludico artistico al religioso al Sacro, ritratti di adolescenti di personalità cittadine fantasie giovanili tutte espresse con una coloristica quasi d'attacco, una tavolozza che sa di "verve" con una difficoltà contenuta è contenibile entro i limiti che solo il tempo e l'esperienza suggeriscono ed impongono. Poi dolci i paesaggi con la città e della città. La Di Cristofaro devi amare molto la sua città Chieti per ritirarla negli stupendi panorami che offre nelle chiese antiche nelle vie storiche nelle piazze che inaspettate s'aprono dietro un angolo o l'altro. Riesce a trasmettere al lettore il fascino ch'ella ha subito e subisce per e nel dipingerla. I colori si addolciscono si temperano l'atmosfera non velata ma pure filtra ogni elemento architettonico e vegetale e lascia spazio al pensiero al sogno.

È sorprendente che la pittrice giovanissima non ceda alla tentazione di rappresentare la vorticosa vita moderna così nelle piazze e nelle strade ella mai inserisce un'automobile come è sorprendente che pur ritrattista di livello non animi mai i suoi paesaggi o scorci di città con figure umane.  Ha forse paura di guastare la natura la semplicità e la purezza delle cose con la presenza dell'uomo? Nel tal caso il discorso si fa complesso e assume un carattere filosofico esistenziale che qui non sviluppiamo. Di certo resta che la Di Cristofaro è una brava pittrice e che soprattutto quando l'ardore sarà pacato e l'esperienza cresciuta ella disciplinerà la sua attuale tavolozza e offrirà all'ammiratore ingenuo e al lettore esigente, lavori di notevole interesse critico artistico"

Antonio Pulifici 1996

"Una pittura aggressiva d'assalto pronta a suscitare emozioni attraverso interpretazioni precise e coloratissime ove la donna è protagonista assoluta. Una pittura travolgente che fa riflettere ancor più conoscendo l'artista una ragazza molto giovane che però non conosci induci almeno di fronte alla tela.

L'avvenire artistico è assicurato". 

Sebastiano Ventresca 1997

"Qualità distintive della pittura di Antonella di Cristofaro è la passionalità ravvisabile soprattutto nel colore dalle tonalità vivaci che rimandano a situazioni psicologiche tese e turbinose proprio della prima giovinezza. A questo aspetto dominante fanno riscontro qua e là delle soste o cadute improvvise in cui si intravede l'ombra della difficoltà esistenziale del momento dovuta a situazioni contingenti non liete dell'artista in questa circostanza i colori si attenuano e si spengono e le immagini assumono un aspetto insicuro e dimesso che parlano di crisi spirituale e di sconfitta. Il tratto segnico è scorrevole e in prospettiva l'artista potrà raggiungere dei risultati non trascurabili. L'approfondimento e il perfezionamento artistico è d'obbligo per tutti anche per la Di Cristofaro. Auguri vivissimi" 

Simonetta Checchia 1998

"Negli ultimi anni il lavoro pittorico di Antonella Di Cristofaro si è spostato dalla pura pittura di paesaggi e situazioni ad una più diretta denuncia della realtà. Appaiono Uomini e Donne dai visi triangolari l'espressione arrabbiata, intorno agli occhi maschere di colori contrastanti con l'intero quadro si fondono con l'incarnato dei visi, le maschere siamo noi o quello che ne appare tutti con un'espressione corrucciata come quella di chi ci sta accanto: è una sorta di Domino della Falsità dove nessuno innesca un cambio di direzione! La denuncia è per la falsità della vita di provincia fatta di dicerie e di apparenza vista come unico strumento possibile di difesa dagli altri. Le maschere di Antonella di Cristofaro possono sembrare a primo acchito figure distorte rispetto alla realtà, ma scavando più a fondo si riesce a percepire che ormai ad essere distorta è la realtà stessa. La pittrice non fa altro che dipingere le nostre facce come vagano per il mondo con la loro sotterranea verità non più socialmente accettata"

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S. De Massis 2010

"Peculiarità che contraddistinguono il linguaggio visivo dell’Artista Antonella Di Cristofaro sono il rigore capillare delle forme, la drammaticità della forza espressiva, l’intensità del mondo interiore e l’ardore creativo che veicolano il messaggio soggettivo verso una testimonianza oggettiva dei nostri tempi.

Come una “cronista” descrive la condizione umana dell’uomo contemporaneo intercettando uno stato d'animo collettivo, esplorando gli umori, i sentimenti e soprattutto l’angoscia dei paradossi e delle contorsioni psichiche. In questo frangente le sue figure surrealiste acquistano un valore emblematico, allegorico e apotropaico.

Il linguaggio attuale, che si muove tra il figurativo surrealista, l’informale e l'astratto, è quindi la naturale conseguenza di un lungo processo e studio che ha allontanato nella trascrizione delle sole figure il compito di descrivere la realtà e la psiche, per attribuirgli quello di esprimere una nuova ed anche positiva visione interiore dell'artista in cui le tortuose complicanze dell’esistenza si manifestano come garbugli da disfare e in cui le macchie e i viluppi coloratissimi mutano in esperienze emozionali e ricerca dei nodi emotivi dei ricordi.”

Stefano D'Antino 2016
"Ho conosciuto Antonella Di Cristofaro prima ancora di incontrarla, attraverso lo stile seducente e penetrante dei suoi ritratti, ospitati in molti luoghi della nostra elegante città. Il tratto preciso e la pennellata sicura, circondano di intenso mistero i soggetti da lei eternati. La pittrice predilige la ritrattistica e il figurativo in generale, e sa confrontarsi con ogni genere, disegnando quella riflessione sui diversi sensi che solleticano anche il pubblico più distratto.

L’artista riesce, attraverso l’armonia, la sicurezza, la pulizia delle forme, e la costruzione dei chiaroscuri sulle fisionomie a far riflettere sui diversi livelli dei sentimenti la dimensione individuale ed universale dell’uomo. Un’eternità cosmica che imbriglia l’Io profondo, con le sue cadute e le sue resurrezioni, risalenti sulle forme decise e sugli sguardi metafisici dei volti. I volti femminili sono di una seducente impassibilità, che ricorda le sensuali muse dei grandi esponenti della Secessione viennese.

I colori caldi, fusi con toni freddi o meno accesi, restituiscono un’aura sconvolgente e rassicurante. L’indagine sul vuoto, invece, per la pittrice vuol spingere soggetti e oggetti verso legami di forza, elementi primari complicati nella loro volontà di Natura ridondante: dunque ‘legacci’ che si pongono come codici imperscrutabili, liberi ma organici pensieri filamentosi tra capelli botticelliani..

Dai quadri della Di Cristofaro la vita pulsa nelle sfere vive e nelle bolle di sangue."

Maria Palladino 2018
"Riesce a coniugare in opere d'arte che rispecchiano una grande maestria tecnica e un mondo poetico ed immaginifico versatile. Varia dal realismo al surrealismo sconfinando nell'informale e nell'astrattismo e in questo caso il soggetto manifesta la volontà di bilanciamento fra una situazione di lacerazione interiore e la volontà di riconquistare l'unità che però non è mai perfetta. I tasselli non componendosi mai perfettamente suggerendo tolleranza verso se stessi e gli altri perché pure spaziando in alcuni casi in rappresentazioni naturalistiche, resta la natura umana il suo soggetto d'elezione, l'emotività e i contrasti interiori dell'uomo contemporaneo"

Arte visiva olistica e Compositivismo

🟢PARADIGMA ARTISTICO e SINTESI DEI PRINCIPI DELL’ARTE VISIVA OLISTICA

🟢 DICHIARAZIONE ARTISTICA

(premessa per il Manifesto del COMPOSITIVISMO©)

Il Paradigma dell’ARTE VISIVA OLISTICA (Compositivismo©) è stato ideato dalla sottoscritta Antonella Di Cristofaro tra il 2016 e il 2018 in seguito all'esigenza di dover collocare, definire e consolidare la mia visione e identità artistica e anche per creare un movimento o un'idea di arte condivisa. Nel tempo, attraverso i miei dipinti e l'interesse di pubblico che hanno sempre mosso, ho approfondito l'approccio Olistico attraverso "l'unione di elementi" e la interdisciplinarità dell'arte che si accresce in tutte le realtà creative in evoluzione.
In questa mia visione il concetto di Arte Visiva Olistica rappresenta l'unica, feconda, consapevole Attività Artistica Contemporanea in grado di proiettarsi verso il futuro.
Non credo che l'arte possa scaturire da un unico elemento come l'inconscio o l’istinto o il solo pensiero e rivendico il rispetto per il termine “Arte” a cui nel tempo è stato attribuito un valore ed un significato diverso relegando ad esso il solo estro o il solo pensiero intellettuale: come se un semplice flusso di coscienza possa bastare per fare arte.

Sostengo che il termine "ARTE" esprima totalità e sintassi di competenze teoriche e strumentali, a partire dal talento innato fino alle più complesse esperienze tecniche, pratiche e di eccellenza dell'Artista, quindi elaborazione di un “insieme strutturato e vivo” dei tanti elementi che la formano.

In un’epoca di crisi in cui prevale il senso di vuoto e disumanizzazione dell’uomo, in cui il potente sistema dell’arte ha portato confusione e declassato il merito, c’è bisogno di un'idea di arte, quella OLISTICA, che possa donare all’artista uno strumento costruttivo, struttutato e di autodeterminazione e controllo. Con alcune centenarie avanguardie concettuali sostenute ancor oggi dal sistema, siamo stati frantumati da un’arte ridotta ai minimi termini, un’arte che oggi non parla più nessun linguaggio comprensibile (banana appiccicata sul muro).

L’artista (cronista inconsapevole dei suoi tempi) si infligge privazioni quando è circondato da tante sicurezze, al contrario, quando il suo contesto è una società, quella odierna, svuotata e priva di identità dove “apparire” è più importante di “essere”, allora si mette alla prova e va alla ricerca di emozioni forti, appaganti, complete che possano colmare quel niente esistenziale e quella solitudine sociale che lo circonda, sensazioni e riscontri di globalità che rappresentino il massimo sforzo delle sue espressioni creative. Dalla perdita dei valori siamo passati oggi, alla perdita di noi stessi e della nostra personalità, per questo è arrivato il momento di recuperare la nostra umana estrosa essenza e sostituire i vuoti con i pieni, l’arido con il fertile, l’angoscia con lo stupore.

L' ARTE OLISTICA infatti si ispira ai valori dell'arte vera, classica, alla sua STRUTTURA inespugnabile e in armonia con la Natura (metafora dell’evoluzione, della COMPLESSITÀ dell'uomo della sua psiche e del suo lavoro, che ci proietta verso il domani con nuovi e più soddisfacenti equilibri) e con la Bellezza Estetica (metafora di consapevolezza, di forza, di etica, di penetrazione, di comunicazione, di leggibilità, di completezza e di accessibilità).

L'Arte visiva OLISTICA è la risposta contemporanea alle provocazioni della visione riduzionista concettuale, nell'intento di recuperare la MERAVIGLIA dell'estetica e dell’etica in tutte le espressioni dell'arte visiva, della scultura e del linguaggio pittorico vero, fertile, completo, in movimento e in continua evoluzione creativa che si contrappone dell'aridità frammentata, analizzata dell’arte concettuale, auspicandone il superamento nell'integrazione.

L’Arte OLISTICA più che una corrente artistica è uno stato della mente e della relazione tra mente corpo e anima in cui l’opera diviene l’oggettivazione del soggettivo.
La parola "Olistico" deriva da olos che in greco significa "intero" "tutto".
L'olismo è un modo globale e sistemico di vedere la realtà e si contrappone al riduzionismo e alla frammentazione perché il concetto filosofico olistico considera i processi umani (fisici, biologici, psichici, sociali) nelle loro molteplici -interrelazioni-.
Il concetto olistico enuncia che:
--L'intero è maggiore della somma delle parti che lo compongono-- e l'arte corrisponde esattamente a questa descrizione di INTERO: Le molteplici parti che la compongono siano esse concettuali, estetiche, tecniche ecc interagiscono e la loro relazione o interdisciplinarità, non sempre visibile, si amplificano e generano quella attività chiamata arte.

Nell'Arte Olistica l’identità dell’artista si confronta con le altre e come in una sorta di interconnessione e comunanza di destino, si innalza e ricomincia un percorso seppur difficile ed in salita ma senza perdita di autorità, di competenze e cognizione. Consapevole che a dare un’emozione profonda al fruitore, non sono solo i singoli elementi che costituiscono l’opera d’arte come i colori, i simboli, la tecnica strumentale e pratica, la forma, l’esperienza ed il vissuto, lo studio, la ricerca, la storia, il messaggio, i contenuti, la passione ecc, ma è l’armonia di questo TUTTO che si relaziona, si organizza e si accresce nel suo complesso. Un "Tutto-Sintesi-Insieme" che è costituito da tanti elementi materiali, tecnici e concettuali, che diviene una realtà più complessa e variegata della somma delle parti che la compongono, donando nuovo vigore al concetto di Arte vera.

L'ARTE OLISTICA è infatti una visione artistica fertile, ricca, migliorata e aumentata proprio perché spinta verso una ricerca creativa evolutiva, verso quella SINTESI sublime del “tutto”. Nell’Arte Olistica l’artista non fa altro che offrire, fiducioso, la sua abilità, il suo meglio, la sua “interezza” a se stesso e al mondo.
Quindi
ANALISI : RIDUZIONISMO = SINTESI : OLISMO
L’Arte Visiva Olistica è la naturale trasposizione del concetto filosofico-scientifico di Olismo applicato alla disciplina artistica e creativa dell’uomo.
(Antonella Di Cristofaro)

Alcuni riferimenti e citazioni che mi hanno ispirato questa visione rinnovata di ARTE sono i seguenti:
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——DEFINIZIONE DI ARTE del professore Carlo Sarno:
****“L’arte è una attività-olistica costituita da una attività-teorica fondata sull'intuizione che determina una attività-pratica in cui il valore dell’opera realizzata risulta individuato dal suo significato etico, estetico e spirituale”.****
A) L’attività teorica fondata sull'intuizione ovvero il processo creativo iniziale, il “pensare” l’opera stessa.
B ) L’attività-pratica di realizzazione dell’opera stessa.
C) Il giudizio dato dagli individui all'opera appena realizzata analizzandone il significato etico, estetico e spirituale.
Queste tre attività non possono essere scisse nel definire l’arte, ecco perché viene definita come “attività-olistica” ovvero attività nella cui interezza è racchiuso il significato dell’attività stessa (l’arte) e il cui significato non può essere dedotto dall'analisi delle tre componenti singolarmente.
Questa definizione vede nel termine “olismo“, quindi nella complessità del sistema “arte”, il punto di forza della definizione stessa.
(Carlo Sarno)
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——Definizione di OLISMO Wikipedia
“L'olismo (dal greco á½…λος hòlos, cioè "totale", "globale") è una posizione teorica, in ambito filosofico e scientifico, contrapposta al riduzionismo, basata sull'idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue singole componenti in quanto, dal punto di vista "olistico", la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente dalla somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente.
Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo biologico: un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un'unità-totalità non esprimibile con l'insieme delle parti che lo costituiscono. Anche una macchina, in molti casi, non essendo esprimibile come una sommatoria funzionale delle sue parti, deve essere considerata olistica. Di un oggetto che vola, che resta e si muove per aria come l'aeroplano, ad esempio, è difficile dire che funzioni come "somma dei suoi componenti". Esso infatti, come sommatoria funzionale delle sue parti, non sarebbe identificabile con un "oggetto che vola".”
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———Definizioni di CREATIVITÀ OLISTICA del filosofo Roberto Assagioli
"La creatività è la via della verità, la catena senza fine che unisce tutte le energie evolutive dell'Universo. Essa tramuta la coscienza dell'uomo dagli abissi alle alture luminose dell'Infinito"

"La creatività non conosce il caso né s' impone con la forza, ma s'impegna a riunire le varie forze fra loro, riflettendo l'eterno sorriso del Cosmo che tutto fonde e trasforma in un perenne divenire"
(Roberto Assagioli)
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___Definizione di OLISMO e RIDUZIONISMO “I limiti della razionalità” di Làszlò Méro
[…] I concetti di Olismo e Riduzionismo hanno svolto un ruolo importante nel dibattito filosofico del XX secolo.
L’Olismo sostiene che il tutto sia più della somma delle sue parti. Fin qui è chiaro: una melodia è sicuramente più che la semplice sequenza delle note, una cattedrale più che la somma delle pietre con cui è stata costruita.
La cosa non viene negata neanche dai più estremi riduzionismi.
Il Riduzionismo si fa portavoce della convinzione che il tutto, pur avendo una qualità differente rispetto alla somma delle sue parti, può essere compreso perfettamente nel momento in cui ne siano noti i componenti, come il tipo, i principi e i motivi della sua costruzione.
Questa ipotesi viene rifiutata dall’olismo giacchè, per quest’ultimo, nel tutto possono crearsi nuovi principi e qualità sulle quali né i componenti, né il tipo di costruzione sono in grado di dire alcunché di essenziale.
Entrambe le correnti filosofiche sono molto più differenziate di quanto questa nostra breve sintesi non lasci immaginare.
La scienza occidentale si è rigorosamente votata alla filosofia del riduzionismo; di tanto in tanto però, sostiene principi radicalmente nuovi, che potremmo chiamare olistici se non sapessimo attraverso quali strade vi si è pervenuti. Il principio della conservazione dell’energia, le leggi della rifrazione, la teoria evoluzionistica di Darwin, la scoperta dell’inconscio, la teoria della relatività, sono solo alcuni degli esempi più noti.
Il riduzionismo, dunque, non esclude che, osservando attentamente le parti dell’insieme e il loro tipo di composizione, si possano riconoscere relazioni e regole generali che non possono essere applicate alle parti ma che possono esserlo al tutto. D’altronde, l’olismo non nega che queste regole generali possano crearsi grazie all’attento studio delle parti, nega soltanto che in questo modo possa essere compresa ogni caratteristica saliente del tutto.[…]
(I limiti della razionalità. Intuizione, logica e trance-logica di László Méro)
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————Definizione dell’Oggettivazione del Soggettivo di F. W. J. Schelling,
[…]Di fronte a una realtà che conquista gradualmente la consapevolezza partendo da una unità indifferenziata la ragione incontra non poche difficoltà. Ma ciò che non può essere rappresentato dalla filosofia razionale può essere rappresentato dall'arte: l'artista riesce a rendere visibile lo Spirito che è nascosto nella materia; inoltre, mentre la riflessione filosofica mantiene aperta la separazione fra il soggetto e l'oggetto, l'intuizione estetica e l'opera d'arte annullano definitivamente quella separazione. L'arte può diventare quindi organo della conoscenza filosofica dell'Assoluto.
(F. W. J. Schelling, Sistema della filosofia trascendentale)
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———-Manifesto dell’Arte Sincretica
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 Definizione di Jan SMUTS J.C.: Holism and Evolution, Macmillan & Co Ldt, London 1926
La parola OLISMO, insieme all'aggettivo olistico, è stata coniata negli anni venti da Jan Smuts (1870-1950), uomo politico, intellettuale e filosofo sudafricano, autore di Holism and Evolution ("Olismo ed evoluzione"), del 1926. Essendo Smuts un convinto evoluzionista, l'olismo è secondo lui anche esprimibile come il frutto strutturale di un' "evoluzione emergente", dove la complessità strutturale che ne deriva in un ente non è riducibile ai suoi aggregati. Secondo l'Oxford English Dictionary, Smuts ha definito l'olismo come «...la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti attraverso l'evoluzione creativa».
«Il progresso e l'auto-perfezionamento delle totalità all'interno del Tutto, è un processo lento ma infallibile, è lo scopo dell'universo olistico».
(Smuts)
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PRINCIPI E CONCETTI DI FONDO DELL’OLISMO
Di Enrico Cheli (Università di Siena)
[...] l'olismo è un modo globale e sistemico di vedere la realtà, che mette a fuoco i punti di incontro più che quelli di scontro, le somiglianze più che le differenze, le interconnessioni più che le separazioni. L’olismo cerca di correggere la deriva meccanicistica e riduzionistica della scienza e della tecnologia, e di considerare i processi fisici, biologici, psichici e sociali nelle loro molteplici interrelazioni. Tale deriva, presente nella scienza moderna fin dalle sue origini, è dovuta soprattutto alla nota dicotomia cartesiana tra res cogitans (la dimensione psichica e spirituale) e res extensa (la dimensione materiale). Cartesio e altri dopo di lui sostennero che queste due dimensioni (che l’olismo considera strettamente connesse) si potevano (e dovevano) studiare separatamente, attribuendo la competenza sulla prima alla religione e lo studio della seconda alla scienza.
Ciò permise a quest’ultima di affrancarsi dal controllo della chiesa, ma causò poi gravi distorsioni, quali ad esempio ritenere il corpo separato dalla psiche, la materia separata dallo spirito, l’uomo separato dalla natura. È così che siamo arrivati a una tecnologia "senza anima" e a una economia “senza etica”, che in nome del progresso e dello sviluppo economico hanno selvaggiamente sfruttato le risorse naturali, devastato gli ecosistemi, acuito i conflitti tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo, ingenerato negli esseri umani un crescente senso di alienazione da se stessi, dagli altri e dalla natura. Tali problemi non possono essere risolti in modo frammentario, come finora si è tentato di fare, ma richiedono un approccio olistico che li consideri come aspetti interconnessi. [...]
[...]è olistico il concetto di “qualità della vita” che ritiene il benessere non dipendente dal solo avere economico ma dall'equilibrata soddisfazione dei diversi bisogni umani – materiali ma anche sociali, affettivi, esistenziali, spirituali.
Sono altresì olistiche molte medicine alternative e terapie psicosomatiche, secondo le quali la salute dipende anche dallo stato mentale, emozionale, esistenziale e coscienziale. [...]
L’intero è maggiore della somma delle parti: Già Aristotele aveva evidenziato questo principio, che più di ogni altro caratterizza l’olismo evidenziandone al contempo la distanza dal riduzionismo. Difatti quest’ultimo ritiene possibile ridurre ogni fenomeno complesso a fenomeni più semplici, spiegando il funzionamento dell’intero come mera somma delle parti: portato ai suoi limiti estremi, ritiene di poter ridurre il corpo umano ad un insieme di processi biologici, questi a processi chimici e spiegare infine questi ultimi con i processi fisici ad essi sottostanti. [...]
Anche nelle scienze del linguaggio, nella sociologia, nelle scienze agrarie e in molti altre sono emersi dati sperimentali e contributi teorici in disaccordo con il paradigma riduzionistico dominante e orientati in direzioni essenzialmente olistiche.
Perfino in fisica, la meccanica quantistica ha sovvertito drasticamente molte delle principali convinzioni deterministiche e riduzionistiche[...].
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______Fritjof Capra (fisico e saggista)
“La grande sorpresa della scienza del ventesimo secolo consiste nel fatto che non è possibile comprendere i sistemi per mezzo dell’analisi. Le proprietà delle parti non sono proprietà intrinseche, ma possono essere comprese solo nel contesto dell’insieme più ampio. In questo modo il rapporto fra le parti e il tutto è stato rovesciato.
Nell'approccio sistemico, le proprietà delle parti possono essere comprese solo studiando l’organizzazione del tutto. Di conseguenza, il pensiero sistemico non si concentra sui mattoni elementari, ma piuttosto sui principi di organizzazione fondamentali. Il pensiero sistemico è ‘contestuale, cioè l’opposto del pensiero analitico. Analisi significa smontare
qualcosa per comprenderlo; pensiero sistemico significa porlo nel contesto di un insieme più ampio.”
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Principi del "Vitalismo" in una visione strettamente artistica:
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
"Il vitalismo è una corrente di pensiero che esalta la vita intesa principalmente come forza vitale energetica e fenomeno spirituale, al di là del suo aspetto biologico materiale. [...] Il vitalismo ritiene che i fenomeni della vita, costituiti da una "forza" particolare, non siano riconducibili interamente a fenomeni chimici."
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___Enciclopedia Britannica:
[...] l’olismo è “una teoria che fa dell’esistenza di ‘totalità’ una configurazione fondamentale del mondo. Esso considera gli oggetti naturali, sia animati che inanimati, totalità e non semplicemente raccolta di elementi o parti. Questi corpi o cose non sono assolutamente divisibili in parti, in un modo o in un altro essi sono una totalità che vale più della somma delle parti”
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____Olismo e psicosomatica - Il contributo di C. Gustav Jung
(tratto dal testo del Dottor Romeo Barbieri)
[...]Concetto di “sincronicità”, in altre parole eventi apparentemente disconnessi tra loro sono invece parte di un significato comune, che stabilisce l’esistenza di un nesso o senso comune che regge gli eventi. In contrapposizione con la teoria della serialità, cioè di causa – effetto lineari, il saggio di Jung sugli eventi sincronistici, è il risultato di trenta anni di ricerche sui fenomeni sincronistici (basti ricordare gli episodi della scarabeo, del vulcano, dello stormo di uccelli) cui hanno contribuito i fisici Wolfgang Pauli e Ernst Jordan. Contrappeso al principio di causalità, la “sincronicità” è un modello di pensiero per comprendere processi non razionali e non causali, il tentativo (che verrà poi ampiamente ripreso in tempi recenti dalla Fisica Quantistica) di individuare un nesso per l’ordinamento a-causale degli eventi. La sincronicità, che presuppone un senso a priori in rapporto alla coscienza umana ed ai suoi eventi ed un senso che esiste al di fuori dell’uomo, non va confusa con sincronismo, che rappresenta invece la semplice contemporaneità di due eventi. Sincronicità, quindi, come simultaneità di un certo stato psichico con due o più eventi esterni che appaiono paralleli e significativi.
Allora si può porre la domanda: “Il coordinamento dei processi psichici e di quelli fisici nell’essere vivente non andrebbe inteso come un fenomeno sincronistico, anziché come una relazione causale ?” Se nelle macro grandezze, il principio della causalità è valido, non lo è più nella sfera delle grandezze minime, delle particelle elementari, visto che queste ultime non si comportano più in modo conforme alle leggi naturali della fisica classica. La Teoria dei Quanti ha ormai dimostrato che la materia possiede una duplice natura, energia sotto forma di onda elettromagnetica, e materia sotto forma di corpuscolo. Se la materia (corpo) non può essere separata dall’energia (psiche), perché espressione di una stessa entità, vuol dire che la nostra distinzione è arbitraria e che in realtà rappresentano due manifestazioni possibili di un universo unico, l’universo psico-fisico, che rappresenta la visione psicosomatica.
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